ENG This article has been originally published on Domus In its struggle for diversity, the Omiyamae Gymnasium by Jun Aoki meets successfully the traditional quiet lifestyle of the Suginami neighborhood, the technological modernity of the construction and, finally the need of a civic center of a town on the outskirts of the great Tokyo. | IT L'articolo originale è stato pubblicato su Domus Nella sua lotta per la diversità, la palestra progettata da Jun Aoki unisce con successo lo stile di vita tradizionale e quieto del municipio di Suginami, la modernità tecnologica della tecnica costruttiva e infine l’esigenza di dare un centro civico a un centro abitato alla periferia della grande Tokyo. |
In Japan the classic European prototype of a public space such as piazza lacks at all. Yet, there is a different way to deal with the civic necessity to gather together. | In Giappone la classica tipologia europea dello spazio pubblico rappresentata dalla piazza è completamente assente. Ma esiste un modo differente di rispondere all’esigenza di riunirsi dei cittadini. |
In the past as well as in the present, public spaces in Japan have indeed been closely connected with the human traffic, with a movement, with an activity. Rather than being static, they have always been dynamic spots. Not a surprise, after all. Already during the Edo period Tokyo was the biggest city in the world, and a fixed arrangement of a public square would have not met properly the flow of a big number of citizens. The fact is that Tokyo has preserved up to nowadays the title of the world’s most populous metropolitan area. And the peculiar nature of Japanese public space has not changed much neither. | Oggi come un tempo in Giappone gli spazi pubblici sono strettamente legati al transito delle persone, a un certo tipo di movimento, a un’attività. Non sono mai statici, sono sempre luoghi dinamici. In fin dei conti non c’è da sorprendersi. Già nel periodo Edo Tokyo era la città più grande del mondo, e la sistemazione immutabile di una piazza pubblica non sarebbe stata adeguata al traffico del gran numero di cittadini. Di fatto Tokyo conserva ancor oggi il titolo di area metropolitana più popolosa del mondo. E neppure la particolare natura dello spazio pubblico giapponese è molto cambiata. |
One of such dynamic public spaces was recently built in Japan by the Tokyo based architect Jun Aoki. He was commissioned to design the Omiyamae Gymnasium in Suginami district, near Tokyo. As the architect ironically claims “the Gymnasium is not meant to house athletic games. It is a communal institution for local residents, a public space. Daily exercises are only a good pretext to come here. Though you don’t need a sport excuse to visit the complex. Surely the wide grassy rooftop is already enough tempting on a sunny day.” | Uno di questi spazi pubblici dinamici è stato recentemente realizzato in Giappone dall’architetto di Tokyo Jun Aoki, cui è stato commissionato il progetto della palestra Omiyamae del municipio di Suginami, nell’area di Tokyo. Come afferma scherzando l’architetto “la palestra mica deve ospitare delle Olimpiadi. È un’istituzione comunitaria destinata agli abitanti della zona, uno spazio pubblico. Gli esercizi quotidiani sono solo un buon pretesto per andarci, ma per frequentare il complesso non c’è bisogno della scusa dello sport. Certamente, in una giornata di sole, l’ampia terrazza erbosa del tetto è già un’attrattiva sufficiente”. |
What strikes the most from a first sight about the Omiyamae Gymnasium is the drop of density. Approaching the building from a compact residential neighborhood tailored from small tightly built private houses, one suddenly ends up on an open green square with two surprisingly low ellipse-shaped structures modestly popping up at the center. Where is the promised sports hall? | Ciò che della palestra Omiyamae colpisce di più al primo sguardo è la caduta di densità. Avvicinandosi all’edificio da un fitto quartiere residenziale fatto di piccole abitazioni private strettamente accostate, improvvisamente si arriva a una radura verde con due strutture a ellisse sorprendentemente basse, collocate con modestia al centro. Dove sono gli impianti sportivi preannunciati? |
Trying to avoid the apparently inevitable and imposing presence of the 15-meters high structure, Jun Aoki has decided to shift the most of the building’s volume under the ground. As a result the Omiyamae Gymnasium is lower than the surrounding city. And it does not stand out at all. | Cercando di evitare l’apparentemente inevitabile e imponente presenza di una struttura alta 15 metri Jun Aoki ha scelto di collocare la maggior parte del volume dell’edificio sotto terra. Ne consegue che la palestra Omiyamae è più bassa della città che la circonda. E non sporge affatto. |
Only a small amount of the entire volume is exposed over the ground level. From here, visitors can stroll all over the gymnasium’s rich functional program going up and down: walking through the lobby, the swimming pool area, the main arena, training gyms for martial arts and many other activities, lounge areas, café-shop and finally climbing up on the huge green roof. | Solo una piccola parte del volume complessivo si affaccia sopra il livello del suolo. Da qui i visitatori, salendo e scendendo, possono percorrere gli spazi funzionali della palestra in tutta la loro ricchezza: attraversare l’atrio, la zona della piscina, il campo principale, le sale dei corsi di arti marziali e di parecchie altre attività, le aree di riposo, il caffè e infine arrampicarsi fino al grande tetto verde. |
What is important, while the roof of the biggest elliptical cylinder (as it was stressed before) is designed as a park, the roof of the minor building hosts solar panels mitigated by greenery and bushes. The use of renewable energy appears, in fact, to be a crucial factor in the Jun Aoki’s design strategy. Thus, this public facility is not only humble, but also, at least in part, self-sustainable. | Ciò che più importa, mentre (come si è detto) il tetto del maggiore dei cilindri ellittici è progettato come un parco, il tetto del cilindro minore ospita pannelli solari, ammorbiditi da vegetazione e cespugli. L’uso di energia rinnovabile appare, di fatto, un elemento cruciale della strategia progettuale di Jun Aoki. Perciò questo spazio pubblico non è solo discreto ma anche, almeno in parte, sostenibile. |
Is this novelty in Aoki’s work a consequence of the 3.11 disaster? Perhaps. However, this building differs a lot from his previous works often characterized by conspicuous façades and extended use of appealing lights. Omiyamae Gymnasium is indeed not a striking icon but a self-effacing and meek public space. It is quite simple from the point of view of composition, modest from the point of view of employed materials and rather minimal as the overall imagine of the building. Minimal though not minimalistic. Indeed, it is enough complex to respond to the multitudes of thematic layers both inside and outside of the building. In its struggle for diversity, the Omiyamae Gymnasium meets successfully the traditional quiet lifestyle of the Suginami neighborhood, the technological modernity of the construction and, finally the need of a civic center of a town on the outskirts of the great Tokyo. | L’innovazione nel lavoro di Aoki è una conseguenza del disastro del 11 marzo novembre? Forse. E comunque questo edificio è molto diverso dalle opere precedenti, spesso caratterizzate da facciate appariscenti e dall’ampio uso di illuminazione affascinante. La palestra di Omiyamae non è un’immagine simbolica che colpisce, ma uno spazio pubblico sommesso, che si sottrae allo sguardo. Semplicissimo dal punto di vista compositivo, modesto dal punto di vista dei materiali usati e relativamente contenuto ai minimi termini nell’immagine complessiva dell’edificio. Minimo ma non minimalista. E comunque è abbastanza complesso da rispondere alla molteplicità dei livelli tematici tanto all’interno quanto all’esterno dell’edificio. Nella sua lotta per la diversità la palestra di Omiyamae unisce con successo lo stile di vita tradizionale e quieto del municipio di Suginami, la modernità tecnologica della tecnica costruttiva e infine l’esigenza di dare un centro civico a un centro abitato alla periferia della grande Tokyo. |
The article has been originally published on Domus Text by Maria Novozhilova Images © Jun Aoki and Associates | L'articolo originale è stato pubblicato su Domus Testo di Maria Novozhilova Immagini © Jun Aoki and Associates |